Eliminare il calcare dello scaldabagno è un qualcosa di fondamentale per la manutenzione dello stesso e tutti sappiamo quanto sia importante avere in casa un dispositivo del genere performante e quindi che funziona in maniera efficiente e che soprattutto abbia un lungo ciclo di vita, un qualcosa che ci permette di ammortizzare l’investimento che abbiamo sostenuto per lo stesso.
Chiaramente noi dobbiamo fare la nostra parte sia in sede di scelta e quindi affidarsi solo a delle imprese che hanno una certa reputazione nel loro settore sia per quanto riguarda la qualità dei dispositivi che ci mettono a disposizione e anche per la qualità dell’assistenza clienti e in poche parole non ci conviene affidarci a degli improvvisati con la speranza di risparmiare.
Infatti, può anche darsi che noi all’inizio risparmiamo su ci rivolgiamo ad un’azienda sconosciuta che vende scaldabagni e solo che quello che abbiamo risparmiato poi lo paghiamo dopo perché il dispositivo ci durerà molti meno anni e soprattutto ci darà molti problemi già dopo due anni e questo significa dover far intervenire dei tecnici dovendoci spendere dei soldi e a quel punto il gioco non vale la candela.
Per quanto riguarda la formazione del calcare tutti sappiamo che l’acqua che scorre attraversa il sistema può contenere minerali come il calcio e il magnesio che poi si depositano nelle pareti interne dello scaldabagno creando il calcare e quando quest’ultimo si accumula l’efficienza dello scaldabagno si riduce drasticamente e questo significa un aumento dei consumi energetici e quindi significa pagare di più per le bollette.
Per quanto riguarda questo tipo di eliminazione ci sono vari metodi che i professionisti nel settore conoscono bene e dei quali ci parleranno quando ci parliamo con loro per telefono o quando verranno a casa nostra affare un sopralluogo che comunque è sempre un momento utile.
Ad esempio, potrebbero decidere di utilizzare dei solventi chimici che sono disponibili sul mercato e che servono a rimuovere il calcare, sempre chiaramente seguendo tutte le indicazioni del produttore e soprattutto affidandosi solo a dei prodotti certificati e autorizzati dal Ministero.
Ci sono vari modi per eliminare il calcare dallo scaldabagno
Fermo restando che, come dicevamo dal titolo di questa seconda parte, ci sono vari modi poter eliminare il calcare dallo scaldabagno e potremmo parlare anche di uno svuotamento e risciacquo e cioè scollegare l’alimentazione dell’acqua e poi risciacquarlo con acqua pulita per rimuovere il calcare e i sedimenti.
Comunque ci sono varie tecniche e i tecnici in questione sanno sempre quale utilizzare per arrivare a un risultato, ma se questo accumulo fosse grave o persistente bisognerebbe organizzare una pulizia molto più approfondita e nei casi peggiori considerare la sostituzione dello scaldabagno.
In ogni caso anche una corretta manutenzione dello scaldabagno può aiutare a prevenire la formazione di calcare e di una di queste cose importanti riguardo il fare effettuare dai tecnici una pulizia periodica per rimuovere lo sporco e i detriti, così come chiedere loro di regolare i filtri e pulirli e già sarebbe una cosa molto importante.
Tipologia
Elettrico (boiler)
Lo scaldabagno elettrico si basa sull’effetto Joule: l’energia elettrica alimenta una serpentina costituita da un resistore, la quale sviluppa calore che viene ceduto all’acqua all’interno di un serbatoio, che quindi si riscalda. È presente un termostato che tiene sotto controllo la temperatura dell’acqua e regola l’accensione e lo spegnimento della serpentina in modo da mantenere la temperatura sempre all’interno di un range di 35-60 °C. Il suo utilizzo si perfeziona miscelando l’acqua da esso riscaldata con quella (fredda) presente normalmente nell’impianto idraulico a piacimento dell’utilizzatore finale. Questo tipo di scaldabagno, detto anche boiler, trova impiego nelle abitazioni dove non sono previste spese eccessive di energia elettrica per altre cause, poiché effettua un grosso assorbimento di corrente elettrica, l’acqua impiega molto tempo a riscaldarsi e, una volta calda, a causa del limitato isolamento termico del serbatoio, tende a raffreddarsi velocemente, e la resistenza deve lavorare di continuo per mantenerla in temperatura. Esiste anche lo scaldabagno elettrico “istantaneo”, non ad accumulo, nel quale l’acqua viene scaldata solo al momento in cui ce n’è bisogno e nella quantità necessaria, ma che generalmente ha una potenza assorbita istantanea notevolmente più elevata (da 3 a oltre 10 kW) contro gli 1-2 kW di un comune boiler ad accumulo. Un tipo di boiler elettrico ad accumulo che sta prendendo piede è il sistema a pompa di calore, costituito da un boiler elettrico ad accumulo in cui il riscaldamento avviene inizialmente tramite una pompa di calore, molto più efficiente di una resistenza, fino a quando l’acqua raggiunge una temperatura intorno ai 55 °C, dopodiché il riscaldamento finale a 60 – 80 °C (anti-legionella) viene effettuato con la normale resistenza, poiché la pompa di calore è meno efficiente della resistenza alle alte temperature.
A gas (caldaia)
Lo scaldabagno a gas, invece che con una serpentina elettrica, riscalda l’acqua mediante una fiamma alimentata a gas metano, butano o GPL, modulando l’intero flusso idrico a una temperatura prefissata. A differenza dello scaldabagno elettrico, che rimane acceso anche per diverse ore per mantenere l’acqua in temperatura per colpa della normale perdita di calore dell’acqua all’interno del serbatoio, lo scaldabagno a gas accende istantaneamente la fiamma ogni volta che viene richiesta acqua calda e la spegne appena la richiesta viene interrotta, ed è quindi molto più conveniente dal punto di vista economico. Uno scaldabagno a gas è costituito da un corpo metallico contenente un tubo che corre a spirale al di sopra di una platea di ugelli per fiamma, e può utilizzare una fiamma pilota. Il funzionamento è relativamente semplice: la decompressione dell’acqua dovuta all’apertura del rubinetto apre una valvola che porta un notevole afflusso di gas agli ugelli, questo gas viene innescato dalla fiamma pilota, brucia e riscalda così l’acqua che passa nel tubo a spirale. Alla chiusura del rubinetto, la valvola toglie gas agli ugelli. La fiammella pilota deve restare sempre accesa: in caso di spegnimento accidentale (ad esempio per un colpo d’aria o una bolla nell’impianto di alimentazione a gas) una termocoppia (o un altro dispositivo di rilevazione) rileva l’assenza della fiamma e blocca completamente l’afflusso di gas fino a quando non viene eseguito un ripristino manuale, per evitare perdite di gas e conseguenti potenziali incidenti. Nei modelli più recenti la fiamma pilota è spesso sostituita da una scintilla elettrica che viene scoccata da un elettrodo o da una resistenza elettrica, che svolgono la stessa funzione (è sempre presente un rilevatore che nel caso in cui la scintilla non riesca ad accendere la fiamma manda in blocco l’apparecchio). In questo modo si ottiene un ulteriore risparmio economico, in quanto si elimina il consumo di gas dovuto alla fiamma pilota e si utilizza soltanto il gas strettamente necessario per il riscaldamento dell’acqua. Essendo dotato di dispositivi meccanici abbastanza delicati, atti a regolare il flusso dell’acqua, le case costruttrici consigliano all’atto dell’installazione di uno scaldabagno a gas l’impiego di un filtro meccanico, il quale serve a fermare le impurità solide eventualmente presenti nell’acqua di ingresso.
A legna
Lo scaldabagno a legna è un apparecchio nato nel corso del XX secolo per riscaldare l’acqua del bagno. È in uso ancora oggi, dato che il riscaldamento dell’acqua è rapido e poco costoso. Il principio di funzionamento è con alimentazione solida, in quanto il calore si ottiene bruciando legna nel fornello posto sotto il serbatoio. Oggi questo dispositivo esiste anche abbinato ad alimentazione elettrica con resistenza 1000-1200W. (Wikipedia)